Content Curation, in cosa consiste?

Prima di dare una definizione esatta di content curation è doveroso fare un preambolo sullo stato del marketing moderno e lo faremo con l’aiuto della web agency Verbena Contents.

Da quando il marketing si è spostato principalmente su social media e blog, il mercato ha iniziato a spostarsi verso quello che è definito come “inbound marketing”. Se in passato le marche sparavano pubblicità a destra e a manca semplicemente imprimendo nei loro messaggi un brand ed uno slogan, pensiamo ad esempio “Drink Coca-Cola”, oggi questo genere di pubblicità non funziona più.

Questo è stato causato ovviamente dall’uso massivo della pubblicità “tradizionale” che ha un po’ alla volta reso immune il consumatore ai classici messaggi e ads.

La soluzione che si è trovata è stata quella di inizia a fornire del valore tramite contenuti che stimolasse l’interesse di chi vi entra in contatto.  Ecco allora che sono nati blog ed account social che non smettono di fornire informazioni utili ai loro followers con l’obiettivo di trasformarli in clienti paganti.

N.B. Ne stiamo parlando al presente ma in realtà questa trasformazione ha già preso piede nella prima decada del 2000 ed è tuttora in costante evoluzione.

Cos’è la Content Curation?

Passiamo ora più nel dettaglio definendo prima di tutto il content marketing.

Il marketing di contenuti è proprio il cuore dello “shift” che ti abbiamo appena spiegato. Consiste nel produrre contenuti inerenti al prodotto o servizio che si va a commercializzare con l’intenzione di attirare l’attenzione di un pubblico dal quale deriveranno poi in maniera “naturale” o meglio, organica, i futuri clienti.

Affinché questa strategia funzioni è necessario che i contenuti siano validi, verticali e soprattutto prodotti con una certa costanza.

Ed è proprio nel processo di ideazione e di creazione del contenuto che intervengono le attività di Content Curation, letteralmente traducibile all’italiano come “Cura dei Contenuti”.

Il lavoro del content curator o del team di content curation risiede proprio nella selezione di contenuti strettamente relazionati con il prodotto ma al tempo stesso anche di quei contenuti, news, informazioni affini che possano aiutare a captare l’attenzione anche di chi non è alla ricerca di quel tipo di informazioni.

Alcuni esempi pratici di content curation

Senza entrare in casistiche troppo specifiche andiamo a vedere insieme un paio di esempi esplicativi.

Sport influencer che vende un corso

Prendiamo il caso di un ciclista che vuole vendere un corso per migliorare le performance in sella.

Questi avrà bisogno di postare contenuti strettamente relazionati con l’argomento quali mini allenamenti, test di performance, consigli sulla tecnica, ecc. Ma allo stesso tempo per avere più possibilità di espandere il suo pubblico, potrebbe dedicarsi ad esempio a commentare gare professionistiche oppure a fare recensioni di biciclette.

Il motivo? Molta gente interessata a questi argomenti “satelliti” potrebbe essere interessata anche ai suoi contenuti “core” e quindi al suo prodotto in vendita.

Ecommerce prodotti di giardinaggio

Esempio radicalmente diverso dal precedente. L’azienda che gestisce l’ecommerce in questo caso potrebbe diffondere contenuti strettamente relazionati come tutorial per gli attrezzi, consigli di semina e descrizioni delle piante piú comunemente diffuse ma al tempo stesso potrebbe parlare di rimedi naturali per la salute a base di piante, ricette realizzabili con prodotti coltivati in casa, ecc.

In questo modo riuscirebbe a captare l’attenzione non solo di chi cerca una zappa elettrica ma anche di chi cerca spunti ed idee relative al mondo del benessere ma che potrebbe essere interessato nella coltivazione.

Come trovare gli argomenti adeguati?

Per poter realizzare un lavoro di questo genere bisogna essere sempre alla ricerca di idee e nuovi spunti. A seconda dell’argomento può apparire più o meno complicato, anche se in realtà nel fondo, si tratta di conoscere il proprio mercato ed il proprio pubblico.

Su internet gli strumenti che si possono utilizzare sono veramente tanti. Te ne elenchiamo alcuni:

  • Gruppi Facebook
  • Pianificatore parole chiave Google
  • Forum di settore
  • Semplici ricerche Google
  • Strumenti come Ask The Public
  • Strumenti quali Ahref, Moz, Majestic ed altre suite simili.

Come diffondere i contenuti?

La diffusione dei contenuti è fondamentale e da una buona strategia di diffusione dipende anche il risultato finale dell’attività di content curation.

Nel momento della pianificazione bisogna tenere in considerazione che ad ogni piattaforma corrisponde un tipo di pubblico specifico con dinamiche completamente differenti. Ad ogni modo oggigiorno le piattaforme più utilizzate sono:

  • Youtube
  • Facebook, Instagram e Linkedin
  • Blog e siti di news
  • Siti web che offrono servizi di digital PR
  • Tik-Tok in maniera sempre crescente
  • Piattaforme quali Quora e Medium

Tipologia di contenuto

Oltre che a dare un peso fondamentale all’argomento, anche il formato che va a veicolare il messaggio è sottoposto a studio e pianificazione.

A grandi linee possiamo dividere i contenuti in due grandi categorie.

Abbiamo da un lato i formati di content discovery, vale a dire quei formati che ti consentono di catturare l’attenzione in pochi secondi quali foto, reels, shorts, stories e video su youtube.

Dall’altro lato abbiamo i formati di approfondimento che l’utente andrà a consumare una volta che il livello di engagement è più alto. In questo caso parliamo principalmente di articoli su blog e giornali oppure di video lunghi su youtube ed affini.