Dark post su Facebook, tutto quello che bisogna sapere

I dark post sono un’utile palestra per sperimentare campagne su Facebook e proporre agli utenti contenuti su misura per loro. Ecco come funzionano.

Sono uno degli strumenti preferiti dagli addetti ai lavori. D’altra parte, sono un’utilissima palestra per fare esperimenti, condurre campagne e testare il polso delle diverse audience. Stiamo parlando dei dark post, disponibili per qualsiasi pagina Facebook. Cerchiamo di fare un po’ di ordine e capire cosa sono, come si usano e quali sono le loro potenzialità.

Cosa sono i dark post

I dark post si creano direttamente tramite il Power Editor delle pagine Facebook. Permettono di testare diverse tipologie di contenuti (status, video, link, immagine), che sono visibili solo a una specifica audience. Tutto questo senza preoccuparsi di bombardare gli utenti con contenuti magari molto simili tra loro: i dark post infatti sono invisibili nella bacheca dell’azienda!

Qual è la differenza con un post sponsorizzato

Sta proprio qui la differenza con i consueti post sponsorizzati. Questi ultimi infatti nascono come post “normali”, visibili a qualsiasi fan della pagina. La loro portata viene poi amplificata (e indirizzata verso un target specifico) tramite un investimento pubblicitario. I dark post, invece, sono visibili unicamente a quel target specifico che la pagina imposterà sulla base dei criteri che preferisce: età, sesso, provenienza geografica.

Quando (e come) usare i dark post

Anche per i dark post, come per qualsiasi attività di comunicazione, non si sfugge a una regola generale. Il primo passo è quello di definire gli obiettivi. Aumentare il numero di fan della pagina? Vendere un prodotto? Portare traffico al sito aziendale? Prima si definisce l’obiettivo; solo in seguito si scelgono la tipologia di contenuto, la call to action e il target. Il fatto che i dark post rimangano nascosti non deve far cadere nell’errore di sperimentare solo per il gusto di farlo. Anche questi contenuti, come tutti gli altri, vanno inseriti in modo logico e coerente nella strategia dell’azienda.

Best practices: qualche idea creativa

Passiamo dalla teoria alla pratica, immaginando qualche caso in cui i dark post possono dare realmente un valore aggiunto. Mettiamoci nei panni di un gruppo musicale che invita a scaricare il suo nuovo singolo. Se indirizza una campagna ai fan degli Arcade Fire, il copy sarà “Hai amato Wake up? Allora ascolta…”. Un’altra campagna, indirizzata ai fan dei Mumford & Sons, sarà identica ad eccezione del copy: “Hai amato I will wake? Allora ascolta…”. Inutile specificare che un approccio del genere sarebbe semplicemente impensabile, se tutti questi post rimanessero visibili nella bacheca! I campi di applicazione sono innumerevoli. Un corso di cucina, o un servizio di consegne di pasti a domicilio, potrà attirare l’attenzione degli utenti con foto accattivanti dei piatti tipici della loro regione. Un’azienda che ha organizzato una serie di eventi in diverse città italiane potrà ringraziare di volta in volta la città protagonista, senza “indispettire” tutti gli altri utenti. Non c’è limite alla fantasia!

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