Visual storytelling, cos’è e come può diventare la chiave del tuo successo

Con una strategia di visual storytelling, l’azienda racconta la sua storia per immagini. Ecco cos’è, come si fa e come evitare gli errori più comuni.
Da sempre il marketing è legato a doppio filo alle immagini. Quest’affermazione, però, non è mai stata vera come in questi anni. Ogni giorno siamo letteralmente bombardati di contenuti visivi di ogni tipo, a cui possiamo accedere da molteplici dispositivi. Le aziende non possono sottovalutarlo. Una strategia di visual storytelling solida e creativa può essere la chiave del tuo successo nel web e sui social media!

Cos’è il visual storytelling

Ma cos’è, nel concreto, il visual storytelling? È un’arte e una tecnica che consiste nel raccontare la propria storia tramite immagini, video, foto, illustrazioni. Si tratta di un’evoluzione del tradizionale storytelling, che fa largo uso delle potenzialità del digitale e delle nuove tecnologie che consentono di lavorare con le immagini con una facilità e un’efficacia che era impensabile fino a pochi anni fa.

Perché il visual storytelling funziona

Il motivo del successo del visual storytelling sta, molto banalmente, nel funzionamento della nostra mente. Lo dimostrano innumerevoli studi. Il nostro cervello riceve sotto forma visuale il 90% delle informazioni. Inoltre, è in grado di processare i contenuti visuali 60.000 volte più velocemente di quanto faccia con i contenuti testuali.

Il 40% delle persone risponde a un’informazione visuale meglio rispetto a un testo. In media, ricordiamo solo il 20% di ciò che leggiamo.

Regola numero 1: meno testo, più immagini

La prima regola di un’azienda che vuole fare visual storytelling può sembrare fin troppo banale. In qualsiasi materiale di comunicazione, dare meno spazio alle parole e più spazio alle immagini. Per “immagini” non si intendono soltanto le classiche foto di stock che riempiono le brochure e che, alla lunga, possono sembrare tutte uguali. Esistono tanti siti che forniscono immagini gratuite originali, ma anche vettori e pattern. Poi ci sono le foto scattate in azienda o agli eventi, le icone, le illustrazioni, le infografiche. Anche chi non ha a disposizione un grafico full time può costruire contenuti multimediali di qualità, facendo uso di appositi tool e di molta attenzione. Per non parlare di tutto il mondo dei contenuti video, che in questi anni stanno letteralmente spopolando sui social media, anche sotto forma di dirette.

Regola numero 2: le immagini non sono mai fini a se stesse

Per parlare di visual storytelling, però, non ci si può lamentare a riempire di immagini i contenuti aziendali. Bisogna, come dice la definizione stessa, raccontare una storia. Per impostare la narrazione può essere utile disegnare un vero e proprio storyboard. Le immagini devono parlare agli utenti, quindi – nei contenuti, nello stile, nella gamma cromatica – devono avvicinarsi ai gusti e alla sensibilità delle Personas. Senza mai dimenticare quegli accorgimenti utili per farsi trovare (in primis l’ottimizzazione Seo) e per stimolare l’engagement del pubblico.

Regola numero 3: la strategia

Lo ripetiamo allo sfinimento: qualsiasi attività di digital marketing non può essere lasciata all’improvvisazione, né alla ricerca del “like” a tutti i costi. L’azienda che si racconta per immagini deve innanzitutto capire chi è e quali sono i suoi obiettivi. Solo in seguito può arrivare a decidere quale storia raccontare e quale strategia di visual storytelling è più funzionale ai suoi scopi.

Voi avete una strategia di visual storytelling? Quali sono i vostri punti di forza e quali, invece, gli ostacoli più comuni?

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